Le tecnoculture di rappresentazione contemporanee, soprattutto quelle di ordine “post-digitale”, proseguendo l’opera di innovazione, ma anche di reiterazione, dell’idea di abitare virtuale, confermano la necessità di continuare a riflettere sulla storia della cosiddetta “Città Virtuale” (online e offline), nelle sue molteplici declinazioni.
Un’avventura nello spazio-tempo delle idee – utopica, radicale, immateriale – esperibile attraverso progetti di rappresentazione perché, come più volte evidenziato, “abitare virtuale significa rappresentare!” [Unali 2008].
Emerge un argomento vasto e complesso, riscontrabile nelle diverse tipologie dell’abitare virtuale rilevato, dal tradizionale quotidiano abitare nei Social Media alle potenti piattaforme dei Virtual World, dai Video-Giochi alle Città Virtuali autoriali, dalle Mappe Concettuali fino all’attuale ricerca del nuovo Metaverso in V.R., affascinante utopico tesauro socio-conoscitivo (ma non solo).
Progetti interdisciplinari di rappresentazione che innescano creatività e attualizzano tecnologie; configurazioni che richiedono anche processi di studio e rilevamento tematico finalizzati alla storicizzazione del fenomeno.
Sono questi i principali obiettivi della ricerca qui presentata, ultima tappa di un lungo percorso di studio che esplora (fra ricerca e didattica) la storia della rappresentazione dell’abitare virtuale. In particolare, presentiamo il disegno di una inedita mappa concettuale interattiva (crf. www.lineamenta.it/avc22) in cui sono state catalogate temporalmente e classificate tematicamente alcune fra le principali conformazioni storiche dell’abitare virtuale e dei suoi più vitali riferimenti concettuali e visivi. Stimolanti laboratori creativi interdisciplinari da studiare sia rispetto alla fervida tradizione storica che da sempre stimola la scienza e l’arte della rappresentazione, sia rispetto alle tecno-culture di elaborazione della “Città Virtuale” e all’apparato espressivo-comunicativo che le caratterizzano, abbracciando varie professionalità e linguaggi.
Soprattutto ora, entrati pienamente nell’era post-digitale [Unali 2019], in questo settore di ricerca lo sviluppo tecno-culturale dei media di simulazione sta determinando svolte epocali, dal rilevare al progettare. Nuovi ambienti interattivi da abitare: per comprendere gli eventi, disegnare scenari in cui poter gestire contesti specifici, relazionare fatti e opinioni, vedere “al primo sguardo” macrotemi, soffermare l’attenzione su particolari, accedere a banche dati e riferimenti e tanto altro.
Considerando la complessità della storia dell’abitare virtuale, lo studio qui presentato, ultima tappa di un lungo percorso di ricerca (cfr. la bibliografia), tende soprattutto a identificare alcune fra le più significative laboriosità che hanno contribuito a far evolvere i codici visivi della rappresentazione, analizzando solo quei progetti che possono tracciare un filo rosso evolutivo del fenomeno.
Considerando, inoltre, il format richiesto nella presentazione della comunicazione, per segnalare queste rappresentazioni chiave si è spesso scelta la metafora della “lista” [Eco 2009], presentata in ordine cronologico, già nel sottotitolo del saggio descritta: Dal Cyberspace a Second Life fino al Metaverso di Facebook e oltre (appunto).
Questo ampio ambito storico-temporale propone un percorso conoscitivo basic –riscontrabile nella timeline tematica pubblicata – su tutta la storia dell’abitare virtuale, di seguito suddivisa in due parti, solo per evidenziare quelli che sembrano essere i principali periodi evolutivi, ognuno trattato individualmente da un autore.
Il primo ambito – Dalle origini radicali alla consacrazione internazionale: dal Cyberspace degli anni ’80 all’architettura digitale d’inizio millennio, – è stato elaborato da Maurizio Unali e descrive le prime progettualità dell’abitare virtuale, dai primi anni ’80 alla Biennale di Fuksas del 2000 e alle sue successive influenze.
Il secondo ambito – Dove stiamo andando? Da Facebook al suo Metaverso e oltre – è stato elaborato da Giovanni Caffio e analizza gli eventi più recenti dell’abitare virtuale, quelle rappresentazioni che hanno maggiormente caratterizzato gli esordi del nuovo millennio.